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domenica 21 maggio 2017

THE DINNER

Regia di Oren Moverman. Un film con Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan, Rebecca Hall, Adepero Oduye, Michael Chernus. Cast completo Titolo originale: The Dinner. Genere Drammatico - USA, 2017, durata 120 minuti. Uscita cinema giovedì 18 maggio 2017

Incontrandosi a cena con le rispettive mogli (Laura Lynney e Rebecca Hall), i fratelli Paul (Steve Coogan) e Stan (Richard Gere) si trovano a discutere di un grave crimine di cui sono colpevoli i loro figli adolescenti. La serata volge in dramma famigliare quando le due coppie devono decidere come gestire la delicata questione sortendo il male minore. In ballo, infatti, non solo c'è il futuro dei ragazzi ma anche quello di Stan, un famoso politico in carriera e già in campagna elettorale.
Dramma da camera a sfondo politico e dunque esistenziale nel senso più profondo del termine, The Dinner dell'israeliano residente newyorkese Oren Moverman è il terzo cine-adattamento dell'omonimo romanzo dell'olandese Herman Koch, in prima edizione nel 2009 e poi di immediato successo mondiale.
A precedere Moverman sono stati il compatriota dello scrittore Menno Mejyes nel 2013, seguito l'anno successivo da Ivano De Matteo con I nostri ragazzi. Una proliferazione di trasposizioni cinematografiche così intensa aiuta a spiegare l'interesse tradotto in urgenza divulgativa del testo di Koch, laddove al centro risiedono questioni legate alla gamma di responsabilità famigliari, civili, sociali, umanitarie e politiche che un essere umano deve assumersi in età adulta. Il cuore nevralgico e intimamente morale del testo si interroga sulla direzione da prendere quando le diverse forme di tali responsabilità confliggono fra loro: quale decisione è più etica fra denunciare i propri figli per aver commesso un omicidio o difenderli nascondendo la loro colpa nel tentativo di creare per loro un "ravvedimento domestico"? Se alla base del romanzo giace indubbiamente una risalita al Peccato Originale di ciascuno, nella trasposizione americana tale peccato vuole trovare una sua collocazione storica: la fatale attrazione alla guerra di cui sono ineluttabilmente vittime gli statunitensi.

lunedì 17 aprile 2017

FAST & FURIOUS 8

Il primo episodio dell'era post-Walker spinge su tutti gli acceleratori possibili, ma la magia non scatta. Azione - USA, Giappone, Francia, Canada, Samoa, 2017. Durata 136 Minuti.

Dom e Letty, felicemente sposati, si godono la meritata luna di miele a Cuba, tra corse a rotta di collo e propositi di allargare la famiglia. Finché Dom non viene avvicinato da una misteriosa e affascinante donna: questa si rivelerà una pericolosa terrorista, con in mano informazioni sufficienti per obbligare Dom a lavorare per lei. E quindi, fatalmente, a lavorare contro la propria "famiglia" allargata.

Inutile auspicare un impossibile ritorno alla semplicità degli inizi della serie. Altrettanto vano ipotizzare un'evoluzione sorprendente della stessa. Esaurito il pathos legato alla scomparsa di Paul Walker e alla difficoltà narrativa ed emotiva di gestire la sua dipartita e ricostruire il franchise dalle fondamenta, a Fast & Furious 8 viene assegnato solo il compito di perpetuare, di rendere la serie codificata e potenzialmente infinita.







Non a caso da corsa di strada che era si avvicina sempre più a 007 o alle sue filiazioni, tra terroristi sovranazionali (tra Spectre e Cypher il passo è breve) e agenzie di controspionaggio, con tanto di MI5 in prima linea. Ma si sente il bisogno di un altro 007? Per di più costellato di battutine da pausa caffè e caratterizzazioni sub-caricaturali di eroi e cattivi (una Charlize Theron nei panni dell'infallibile, ma assai poco credibile, hacker)? Persino il più adrenalinico, testosteronico e privo di pretese artistiche tra i franchise ha bisogno di stabilire una complicità con lo spettatore, che permetta a quest'ultimo di spegnere l'allarme legato alla soglia del verosimile e accettare di stare al gioco. In Fast & Furious 8 questo (fondamentale) passaggio non accade.

domenica 12 marzo 2017

LOGAN - THE WOLVERINE

Regia di James Mangold. Un film Da vedere 2017 con Hugh Jackman, Patrick Stewart, Richard E. Grant, Boyd Holbrook, Stephen Merchant. Cast completo Titolo originale: Logan. Genere Azione - USA, 2017, durata 135 minuti. Uscita cinema mercoledì 1 marzo 2017 distribuito da 20th Century Fox. Oggi al cinema in 378 sale cinematografiche Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 - MYmonetro 3,40 su 35 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

LOGAN ASSUME TUTTI I VOLTI DELL'EPOS AMERICANO IN UN WESTERN CREPUSCOLARE CHE CHIUDE IL SIPARIO SU UNO DEI SUPEREROI PIÙ AMATI IN ASSOLUTO.

El Paso, 2029. Sono 25 anni che non nascono più mutanti e quelli che sono sopravvissuti sono degli emarginati, in via di estinzione. Logan/Wolverine vive facendo lo chaffeur e la sua capacità di rigenerazione non funziona più come un tempo, mentre il Professor X ha novant'anni e il controllo dei suoi poteri psichici è sempre meno sicuro. Quando una donna messicana cerca Logan per presentargli una bambina misteriosa di nome Laura, nuove attenzioni e nuovi guai cominciano a raggiungere i mutanti.
Forse era una scelta inevitabile, ma di certo James Mangold l'ha affrontata con il coraggio e l'ambizione che il titolo meritava. Logan, a partire dal titolo che non presenta né la lettera X né la parola Wolverine, è un film di supereroi che fa di tutto per non essere un film di supereroi.

L'intento è di esaltare il lato umano degli stessi: perché Wolverine si diventa, ma Logan si nasce (e si muore). Sono sufficienti poche inquadrature per capire che il tema sarà crepuscolare. Ma Mangold - che fu regista non a caso del malinconico Copland - fa di più, confeziona un autentico inno al western crepuscolare, con tanto di citazione esplicita da Il cavaliere della valle solitaria e della struggente Hurt - il testo del brano calza a pennello su questo Wolverine - cantata da Johnny Cash. Ma come quei whisky invecchiati, distillati allo stesso modo da decenni, la soluzione funziona ancora. L'importante è crederci, metterci un pizzico di fede. E James Mangold, sottovalutatissimo regista di Identità (ossia Split 13 anni prima), in Logan ne mette fin troppa.